
I NOSTRI CLASSICI
MENÙ WINE
Dal Regno delle due Sicilie agli stati esteri, la nostra selezione di vini è pensata per accompagnare i palati più raffinati nella scelta dei giusto vino da abbinare ai nostri prelibati piatti.
Utilizza il menu di navigazione per scoprire la carta dei vini!

Vini bianchi Campania

Regno delle due Sicilie
Il regno venne istituito dal re Ferdinando di Borbone, allorché, dopo il Congresso di Vienna e il Trattato di Casalanza, soppresse il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia e la relativa costituzione che li teneva separati. Al momento dell’istituzione del Regno delle Due Sicilie, la capitale fu fissata in Palermo, ma, l’anno successivo, fu spostata a Napoli; Palermo, però, almeno formalmente, continuò a mantenere dignità di capitale, essendo considerata, appunto, “città capitale” dell’isola di Sicilia. L’uso dei termini Regno di Sicilia al di là del faro (o ulteriore) e Regno di Sicilia al di qua del faro (o citeriore, in riferimento al faro di Messina e quindi all’omonimo stretto) ebbe origine quando incoronato Carlo I d’Angiò da papa Clemente IV rex Siciliae, la corte di Catania e Palermo rivendicò per sé tale titolo, appoggiando le istanze di Pietro III di Aragona e dando così inizio alla guerra dei Vespri. La pace di Caltabellotta, nel 1302, sancì la fine della guerra e diede la suddetta separazione (secondo gli accordi, alla morte del re aragonese Federico d’Aragona, l’isola sarebbe dovuta tornare agli Angioini, cosa che in realtà non avvenne). La prima menzione ufficiale del toponimo “Due Sicilie” si ebbe invece quando Alfonso V d’Aragona unificò formalmente il Regno di Sicilia ed il Regno di Napoli sotto la corona di Rex Utriusque Siciliae. Dopo la breve parentesi aragonese i due regni tornarono ad essere del tutto indipendenti, uno con capitale Napoli, l’altro con capitale Palermo. In seguito al congresso di Vienna ed al Trattato di Casalanza, il sovrano che prima d’allora assumeva in sé la corona napoletana (al di qua del Faro) come Ferdinando IV, e quella siciliana (al di là del Faro) come Ferdinando III, riunì in un’unica entità statuale i territori delle Due Sicilie attraverso la Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie dell’8 dicembre 1816, a quasi 400 anni dalla prima proclamazione del Regno delle Due Sicilie da parte di Alfonso il Magnanimo.

Regno delle due Sicilie
Dal punto di vista amministrativo, invece, il Regno era suddiviso in 22 province, di cui 15 nella Sicilia Citerio- re (ex Regno di Napoli) e 7 nella Sicilia Ulteriore (ex Regno di Sicilia), a loro volta suddivise in distretti (unità am- ministrative di secondo livello) e circondari (unità amministrative di terzo livello). Il Regno comprendeva le attuali regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, oltre alla gran parte dell’odierno Lazio meridionale (distretti di Sora e Gaeta) e all’area orientale dell’attuale provincia di Rieti (distretto di Cittaducale). Al Reame, inoltre, apparteneva, incluso amministrativamente nella provincia di Capitanata, l’arcipelago di Pelagosa, oggi parte della Croazia.
La città di Benevento (oggi in Campania) e Pontecorvo (oggi nel Lazio) erano invece delle Enclave Ponticie. La bandiera del regno delle Due Sicilie ebbe tre incarnazioni. La prima fu adottata dal 1816 al 1848, come simbolo del Regno di Napoli, e poi dal 1849 al 1860, e consisteva nello stemma dei Borbone di Napoli in campo bianco, colore della dinastia.
La prima vera e propria bandiera del regno delle Due Sicilie però fu creata sotto il governo di Gioacchino Murat, a seguito dello statuto di Baiona, quando per la prima volta in una costituzione, e nella diplomazia internazionale, veniva ufficialmente sancita la nascita dello stato delle Due Sicilie, secondo la denominazione che precedentemente era stata adottata da Alfonso V d’Aragona per contrassegnare l’unione delle corone di Sicilia (Napoli) e Trinacria in un unico stato. La bandiera del Murat consisteva nel nuovo stemma delle Due Sicilie entro una cornice rettangolare che riprendeva i colori degli Altavilla, re di Sicilia e detentori della legazia ponticia in Sicilia, e quindi del potere religioso, oltre che di quello politico e militare. La seconda bandiera, adottata nel 1848 in occasione della prima guerra di indipendenza e abbandonata nel 1849, era la bandiera precedente ornata di un bordo rosso ed uno verde, assieme al bianco i colori italiani. La terza e ultima bandiera, adottata nel 1860 per decisione di Francesco II e usata no alla caduta del Regno, era il tricolore italiano caricato dell’emblema reale. Quest’ultima bandiera fu quella utilizzata dai borbonici all’assedio di Gaeta.
Vini rossi Campania
Puglia
Vini rossi riserva dell'oste
Abruzzo
Molise
Basilicata
Vini Sicilia

Il Regno di Sardegna
Il Regno di Sardegna, fu istituito nel 1297 da Papa Bonifacio Ottavo, in ottemperanza al Trattato di Anagni del 24 giugno 1295, sull’isola della Sardegna.
Comprendeva i territori dei giudicati autoctoni e i possedimenti aragonesi, pisani e genovesi. Con il passaggio del regno sardo, dopo i lunghi domini aragonesi e spagnoli, alla Casa Savoia nel 1718-20, e l’unione dinastica con gli Stati di terraferma (come il Piemonte), spesso ci si riferì ai suoi sovrani, abitanti o alle sue forze armate come sardo-piemontesi, piemontesi o sabaudi.
Valle D'Aosta
Sardegna

Asburgo
La Casa d’Asburgo (o Asburgo, italianizzazione dal tedesco Habsburg o Hapsburg), è una delle più importanti ed antiche case regnanti in Europa.
I suoi membri sono stati reggenti in Austria come duchi (1282-1453), arciduchi (1453-1804), imperatori (1804-1918), Re di Spagna (1516-1700), Re di Portogallo (1580-1640) e per molti secoli imperatori del Sacro Romano Impero (dal 1273 al 1291 e dal 1298 al 1308, e in ne, ininterrottamente, dal 1438 no al 1806).La linea diretta degli Asburgo formalmente si estinse nel 1780 con la morte di Maria Teresa d’Austria, ulti- mo membro regnante (nonché unica donna) dei domini ereditari austriaci. La casata, però, continuò con i suoi discendenti, nati dalle sue nozze con Francesco I di Lorena: gli Asburgo-Lorena furono considerati un ramo cadetto degli Asburgo e i membri della nuova casata continuarono a far capo alla casa d’Austria.
Il motto della dinastia è A.E.I.O.U. e viene in genere interpretato in Austria est imperare orbi universo
(“spetta all’Austria regnare sul mondo”).
Alto Adige
Friuli

Lombardo Veneto
Il Regno Lombardo Veneto era uno Stato dipendente dall’Impero Austriaco, concepito dal cancelliere Klemens von Metternich all’inizio della Restaurazione seguita al crollo dell’Impero Napoleonico, e sancito nel 1814 dal Congresso di Vienna. Il Lombardo Veneto perse quasi tutta la Lombardia (eccetto la provincia di Mantova) nel 1859, quando questa venne annessa allo stato piemontese al termine della Seconda Guerra d’Indipendenza Italiana, ma il regno, formalmente, cessò di esistere solo nel 1866, con l’annessione del Veneto, della provincia di Mantova e del Friuli, al Regno d’Italia, sancito dal Trattato di Vienna.

Toscana
Il Granducato di Toscana fu uno stato indipendente esistito dal 1569 al 1859, sotto la dinastia dei Medici prima e degli Asburgo-Lorena poi. Dal 1569 al 1859 il “Granducato di Toscana” riuscì a conservare la propria indipendenza ed a svilupparsi no ad essere uno degli stati più prosperi e moderni in Europa. Al plebiscito del 1860 per l’annessione al Regno d’Italia, in confronto con gli altri stati, fu registrato il maggior numero di voti contrari all’annessione.
Al Congresso di Vienna, ottenne alcuni ritocchi del territorio con l’annessione del Principato di Piombino, del- lo Stato dei Presidii, dei feudi imperiali di Vernio, Monte Santa Maria Tiberina e Montauto e la prospettiva dell’annessione del Ducato di Lucca, seppur in cambio di alcune enclaves toscane in Lunigiana. La Restaurazione in Toscana fu, per merito del Granduca, un esempio di mitezza e buon senso: non vi furono epurazioni del personale che aveva operato nel periodo francese; non si abrogarono le leggi francesi in materia civile ed economica (salvo il divorzio) e dove si effettuarono restaurazioni si ebbe il ritorno delle già avanzate leggi leopoldine, come in campo penale.
Toscana

Savoia
Il Ducato di Savoia fu un antico stato, culla della dinastia dei Savoia, il cui territorio comprendeva gli attuali dipartimenti francesi della Savoia, dell’Alta Savoia e delle Alpi Marittime, oltre che numerosi possedimenti italiani in Valle d’Aosta e in gran parte del Piemonte. Deriva dalla precedente Contea di Savoia, antico stato meridioevale che occupava le stesse terre, poi divenute quelle dell’omonimo ducato. In quanto terra di frontiera, rimase conteso tra varie potenze per gran parte della sua storia, riuscendo, infine, con Emanuele Filiberto Primo di Savoia, ad imporsi con fermezza nella scena politica italiana, pur appoggiandosi prima alla Corona di Spagna, poi al Regno di Francia ed infine all’Impero Austriaco. Al termine della Guerra di Secessione spagnola, grazie al Trattato di Utrecht, essendo tra i vincitori, i Savoia ottennero l’annessione del Ducato al Regno di Sicilia, annessione mediante la quale i duchi savoiardi si appropriarono del relativo titolo regale nel 1713. Scacciato l’ormai Re Savoia dalla Sicilia, lo Stato si fuse nel Regno di Sardegna nel 1720 e,successivamente, nel Regno d’Italia nel 1861.
Piemonte
Francia
Umbria
Lazio

Lo Stato Pontificio
Lo Stato Pontificio, detto anche Sta- to della Chiesa o Stato Ecclesiastico, è il nome dell’entità statale costituita dall’insieme dei territori su cui la Santa Sede esercitò il proprio potere temporale dal 752 al 1870. Nella sua esistenza millenaria, fu uno degli organismi politici più influenti e prestigiosi d’Europa. La proiezione internazionale dello Stato Ponticio, in epoca medievale e nei primi due secoli dell’età moderna, andò ben oltre i limiti territoriali che le circostanze storiche gli avevano assegnato. l Regno d’Inghilterra, il Sacro Romano Impero, il Regno del Portogallo, la Corona d’Aragona, il Regno di Napoli e quello d’Ungheria, furono uniti alla Santa Sede da vincoli di vassallaggio, e Re e Imperatori dovettero prostrarsi talvolta al cospetto del suo Sovrano, il Papa